Storia e fole al Lago Scaffaiolo

Il Lago Scaffaiolo ha sempre affascinato, ma soprattutto ha sempre attirato la curiosità di chiunque ne senta parlare, forse per il fatto di trovarsi in un ambiente così diverso da quello a cui siamo abituati quando parliamo di lago. Un lago che, privo di pesci e di vegetazione intorno, ha incuriosito i naturalisti; vista l’altitudine a cui si trova e in quel clima così inospitale ha scatenato fantasia e mito delle popolazioni montanare.

Il lago, contrariamente ad un’opinione diffusa, è completamente in territorio modenese perchè il confine con la provincia di Bologna è al Passo dei Tre Termini che segna appunto il confine tra le province di Modena, Bologna e Pistoia: passo conosciutissimo nell’ antichità perchè di qui passava una delle più antiche strade che collegava Pistoia con Modena attraverso Ospitale e Fanano. Questa strada è stata determinante affinchè anche il Lago fosse conosciuto: una delle prime relazioni su questo lago è datata 1398 ad opera del Boccaccio che ne parla nel “De montibus, silvis, fontibus et fluminibus”. Boccaccio non è mai stato qui, ma riporta solo credenze popolari-il lago come artefice di cambiamenti del tempo, dal sole alla bufera in pochi attimi- spacciate per osservazioni scientifiche; ma d’altronde come avrebbe fatto a venire fino quassù? Per noi è facile arrivare al Lago Scaffaiolo, con scarponcini di goretex e zaino anatomico, vestiti con tessuti tecnici. Ma provate a pensare a quando tutto questo non c’era: i vestiti di fustagno o di feltro, come pure le scarpe, mantelli per ripararsi dalla pioggia e dal vento. Per arrivare al Lago a noi escursionisti moderni bastano quaranta minuti partendo dal Cavone (dove siamo arrivati in macchina); per i nostri montanari del tempo che fu, bisognava partire da Bologna almeno 2 giorni prima, percorrendo tutta la valle del Reno a piedi ( o a dorso di mulo, se si è ricchi), fermandosi a dormire alla Carbona la prima notte e la seconda notte all’ ospitale di Corvella ( fraz di Alto Reno Terme) dopo aver camminato tutto il giorno. Credetemi: il terzo giorno, in quelle condizioni, tutti noi saremo propensi a credere a presenze misteriose, a castighi della Natura, a fenomeni paranormali.

Il Lago Scaffaiolo diviene così il protagonista di storie, di fole, sempre nuove che si aggiungono alle vecchie, tramandate di voce in voce: due in modo particolare sono quelle più conosciute. La prima fola vuole che il lago non sia misurabile perchè di profondità abissale, collegato con un canale sotterraneo direttamente al mare; la seconda fola suggerisce di non lanciare sassi nel Lago perchè questo gesto avrebbe disturbato gli spiriti maligni che abitano le profondità del Lago dando vita a tempeste, fitte nebbie e grandi boati a riempire l’aria nonché alla fuoriuscita delle acque dal Lago. La frana del gennaio 1814 che distrusse completamente Lizzano Pistoiese si dice sia stata causata dagli spiriti del Lago Scaffaiolo,  inopportunamente disturbati dall’uomo. O forse, la frana fu causata dalle continue piogge che si abbatteremo sul paese da maggio a dicembre 1813. Scegliete voi la versione che vi piace di più.

Dobbiamo aspettare il 1789, quando il professor Spallanzani osservò scientificamente il Lago e mise fine a queste credenze: scandagliò i fondali e determinò che la profondità massima non raggiungeva i due metri e mezzo. Anche la seconda leggenda venne smentita grazie a numerosi lanci di sassi nel Lago. E se siete curiosi, vi dico che il cambiamento del tempo è dovuto agli scontri di correnti frequenti sul crinale.

L’escursionista che arriva oggi al lago si chiede, però, da dove arriva l’acqua del Lago visto che non ci sono immissari apparenti: una fola fantasiosa spiega che l’acqua arriva dalla cima del Corno. Direi che l’ipotesi è da scartare: il Corno è troppo lontano e separato dal Lago da depressioni di crinale. Gli studiosi sono arrivati alla conclusione che il lago venga alimentato solo dal modesto bacino imbrifero che in esso scola e che, data l’impermeabilità del terreno, viene convogliata nel Lago dove si conserva tutto l’anno.

E per quanto riguarda il nome, Scaffaiolo deriva da “caffa” o “scaffa”, termine con cui i montanari indicano un avvallamento o una conca ed è rimasto immutato da secoli.

Testo e foto Fabrizio Borgognoni

Consigli di lettura:

A. Vianelli: Leggende Bolognesi-Ed. Labanti&Nanni

L. Spallanzani: Viaggio nell’ Appennino Modenese e Reggiano-a cura di Pericle di Pietro

G. Tigri: Guida della Montagna Pistoiese (anno 1868)

G. Bortolotti: Guida del Lago Scaffaiolo e dell’alto crinale dall’Oppio all’ Abetone (anno 1950)