L’estate senza sole

I mesi di maggio e giugno 2022 sono stati senz’altro mesi con un caldo anomalo, caldissimo e senza un filo d’aria, senza pioggia.

Forse l’unico giorno senza sole è stato quando ho scattato le foto a corredo di questo racconto, più che estate sembrava autunno! E allora, mi sono ricordato di quanto aveva raccontato un mio professore e che mi aveva affascinato: l’estate senza sole.

Sembra impossibile, ma è successo davvero! Nel 1816, l’anno senza estate o anno della povertà o (con umorismo inglese) Eighteen hundred and froze to death.Ma cosa era successo? Il clima nel 1816 era stato alquanto bizzarro.  L’inverno era stato lungo e piovoso. Già dall’ inizio di giugno si capiva che qualcosa non stava andando nel verso giusto: temperature fredde come se iniziasse l’inverno, il cielo era quasi sempre nuvoloso; la carenza di sole fu così rilevante che gli agricoltori subirono ingenti perdite in termini di raccolto e si ebbe una vera e propria penuria di cibo. La mancanza di pane fece esplodere la rabbia della gente, esasperata dalla fame e dalla situazione lasciata dalle Guerre napoleoniche; per mancanza di foraggio si macellarono in gran quantità maiali ma, spariti quelli, si cominciò a mangiare di tutto, dal gatto al muschio.

Il Boston Independent Chronicle del 17 giugno 1816 così scrive: “ Il 5 giugno c’è stata una mattinata calda, seguita da forti piogge nel pomeriggio, accompagnate da tuoni e lampi, con venti freddi da nord-est. Il 6,7 e 8 giugno i fuochi nei camini delle nostre case erano molto gradevoli”.

Quale poteva essere la causa? Solo dopo un secolo, gli esperti capirono cosa ha scatenato quel particolare clima: il 10 e 11 aprile 1815 il vulcano Tambora, in Indonesia, diede luogo ad una delle più grandi eruzioni con l’immissione nell’atmosfera di un’enorme quantità di polveri. Queste si diffusero per tutto il globo e si comportarono come un filtro nei confronti dei raggi solari. Oggi sappiamo che quella eruzione in realtà fu una vera e propria esplosione che cancellò 1300 metri di montagna e catapultò circa due milioni di tonnellate di detriti e particelle di zolfo negli strati più alti dell’atmosfera. Migliaia di persone morirono a causa degli effetti diretti dell’ eruzione, che sprigionò nubi e gas velenosi, onde di tsunami. Nei dintorni del vulcano morì tutta la vegetazione e il terreno rimase avvelenato per anni. Quasi tutto l’ emisfero settentrionale, in un periodo climatico già fresco, registrò un ulteriore crollo delle temperature, mentre fame e carestie si diffusero nel mondo.

A quei tempi il telegrafo era ancora in fase di sviluppo, quindi la notizia dell’ eruzione viaggiò molto lentamente e migliaia di persone non capirono cosa stava succedendo: in Galles i raccolti di patate, del grano e dell’avena erano compromessi. Stessa sorte in  Germania, dove i prezzi alimentari salirono bruscamente. In Gran Bretagna e Francia vi furono rivolte per il cibo e i magazzini di grano vennero saccheggiati. Le nubi di solfato rallentarono probabilmente lo sviluppo dei monsoni, determinando gravi siccità in tutto il subcontinente asiatico, devastato poi da violente inondazioni.

Ma se è vero che da un momento di crisi possono nascere grandi invenzioni, così fu anche in quell’ anno.La mancanza di foraggio ispirò Karl Drais a cercare nuovi mezzi di trasporto senza cavalli, portando all’invenzione della draisina, detta anche Dandy horse o velocipede, insomma il prototipo della moderna bicicletta ( e poi motocicletta) dando un significativo impulso ai successivi mezzi di trasporto personale a motore.E le “incessanti nevicate” costrinsero Mary Shelley a passare al chiuso le vacanze estive: nacque così una storia spaventosa, Frankenstein.E i livelli di cenere nell’atmosfera resero spettacolari i tramonti, immortalati nei dipinti di Turner.

 

Henry and Elizabeth Stommel:  Volcano Weather: The Story of 1816, the Year without a Summer-Ed.ni Newport 1983

Brian Fagan:  La rivoluzione del clima-Come le variazioni climatiche hanno influenzato la storia-Ed.ni Sperling&Kupfer 2001

Mary Shelley:  Frankenstein