La “mia” Gorgona

Devo confessarlo, sono emozionato. Oggi accompagno sull’Isola di Gorgona un gruppo di escursionisti, a cui voglio far conoscere l’Isola, anzi la “mia” Isola.E’ successo per caso: stavo frequentando il corso per diventare Guida Ambientale Escursionistica ed uno dei nostri docenti ci ha proposto Gorgona. Gorgona?? Ma l’ Isola carcere? Non sapevo cosa aspettarmi da quella giornata, ma appena sbarcato dalla motonave mi è sembrato tutto chiarissimo: ero già affascinato dall’ Isola.

A fine giornata ero completamente innamorato dell’ Isola e mi sono ripromesso che ci avrei portato, conquistato il patentino da Guida, altre persone.Parto presto da casa, un po’ perchè sono comunque a 150 km da Livorno, e un po’ perchè ho quell’infantile agitazione delle cose nuove.

Arrivo a Livorno, la giornata non è limpidissima ma calda e sbrigate le formalità per il mio gruppo, saliamo sulla motonave. La traversata è tranquilla, chiacchiero con Nicola, il nostro “comandante”, con le persone del gruppo e con le altre guide: oggi ci sono Guide che conosco, colleghi che hanno preso il patentino prima di me e che portano persone a conoscere l’Isola carcere.

Dicono che il fascino di quest’isola sia dato dal fatto che l’ingresso è contingentato, 100 persone al giorno possono avere l’autorizzazione a sbarcare, ma io non credo che il fascino sia dato da questo, o dal fatto che ci puoi andare solo con la Guida o che devi ottenere tutti i permessi (per te e per le persone che accompagni) dalla Polizia Penitenziaria. Il fascino è dato dai colori. Quando arrivi, da lontano, Gorgona sembra nera e mano a mano che ti avvicini invece scopri che è verde, ma una tonalità di verde indefinibile, con tutte le sfumature e la prima impressione che hai è che un verde così non lo hai mai visto in nessun altro posto. Poi si attracca, e lì li vedi tutti i colori: il marrone della Torre, le casette colorate che ricordano sì quelle dei pescatori in Liguria, ma non sono le stessa cosa. Il grigio dei ciottoli della strada, il bianco degli ombrelloni fuori dallo spaccio di Terrazza Belvedere, e poi il blu. Il blu del cielo, del mare, che in certi scorci non sai dove finisce il cielo e dove inizia l’ acqua. E anche qui, ti sembra che un blu così non lo hai mai visto in nessun altro luogo. Ma forse non sono solo i colori a regalare fascino a quest’isola. Forse è la storia. Racconto la storia di questo pezzo di terra, piccolo nonostante che dalla motonave sembri grandissimo. Racconto dei pirati, dei frati, di Toscani e Liguri, di chi qui ci ha vissuto, di chi ci è passato e non si è fermato, o di chi qui ha provato a fermarsi ma non sempre ci è riuscito. O forse il fascino di Gorgona è dato da quel strano binomio: isola carcere. Voglio raccontare del Direttore del carcere, il Dottor Mazzerbo, che questa mattina abbiamo salutato appena sbarcati, della sua idea di carcere non come punizione ma come idea di reinserimento delle persone, attraverso il lavoro. Lo spaccio, l’azienda agricola, gli animali e le vigne: farò passare il mio gruppo in ciascuno di questi posti e, lo confesso, spero anche di trovare qualche ragazzo che sta lavorando, per scambiare due parole. Questa è stata una cosa che ho notato fin da subito nelle brevi chiacchierate con il Direttore: non li chiama mai “detenuti”, “carcerati” ma semplicementi “RAGAZZI”. Questo è il primo regalo che fa Gorgona: smettere, almeno per qualche ora, di etichettare le persone. O forse il fascino di Gorgona è nell’odore. Sì perchè, camminando, senti tanti profumi. A Terrazza Belvedere, i fiori curatissimi emanano un profumo intenso. Sulla strada sterrata, che si percorre per arrivare al Cimitero, ritrovo sempre lo stesso profumo, che non so identificare ma che mi piace e se non ci fosse un gruppo da accompagnare, mi siederei per terra e starei ore, così solo per annusare un profumo che non so riconoscere né so da dove arriva. O forse il fascino di Gorgona è racchiuso nel silenzio che ti regala, nonostante oggi sia sbarcato il numero massimo di persone consentito. Mentre cammini, c’è un silenzio irreale, e mi chiedo come possa essere quando il mare fa i capricci, quando non arrivano i gruppi a scoprire l’Isola, quando piove o tira vento. Forse, penso, riuscirei a sentire il rumore delle gocce di pioggia su ogni foglia. La mia giornata a Gorgona sta per finire: bisogna tornare verso la motonave che ci riporterà a Livorno, lasciare la “mia” Isola, sperando di essere riuscito a trasmettere anche solo la minima parte di quello che avrei voluto; il gruppo, però, è entusiasta, contento di aver conosciuto un posto speciale che, ne sono certo, resterà a lungo negli occhi e nel cuore.

Testo e foto Fabrizio Borgognoni

Per scoprire Gorgona ed il modello di carcere non violento (scritto dall’odierno Direttore del Penitenziario): Ne vale la pena di Carlo Mazzerbo-edni Nutrimenti.

Volti e storie di Gorgona,raccontati da chi ama in modo viscerale l’Isola: Gorgona, l’isola dei tre cuori di Giorgio Galletta-Edni Bandecchi&Vivaldi

Storia,botanica ed ambiente terrestre e marino: L’Isola di Gorgona di Angiolo Naldi-Edni Media Print