Attenti alle zecche!

Forse è capitato anche a voi ( a me di sicuro): camminando zaino in spalla, si arriva a casa e si trova l’ospite inatteso e anche sgradito: la zecca.

La zecca, appartenente all’ordine degli Aracnidi, è un parassita dell’uomo e degli animali domestici; ha il corpo piatto, più o meno ovale, che ha la capacità di espandersi per contenere il sangue succhiato dal corpo dell’animale che lo ospita. Le dimensioni di una zecca variano da 1 mm a 1 cm; hanno 8 zampe ( le larve ne hanno 6). L’ambiente in cui possiamo trovare una zecca è in montagna come in collina o in pianura: generalmente sull’erba o sugli arbusti, dove aspetta il passaggio di una vittima, che riconosce grazie all’ emissione di anidride carbonica e al calore del corpo. La troviamo soprattutto nei boschi, in ambienti umidi e freschi, fino a 1800 metri di quota. Possiamo trovare la zecca dalla primavera all’ autunno, ma a causa degli inverni sempre più miti è possibile trovare il parassita anche in altre stagioni.

Visto che la zecca non salta e non vola ma soprattutto il suo morso non è doloroso, spesso non ci accorgiamo della sua presenza. Con pochi accorgimenti possiamo però proteggerci dalle zecche:

Il primo suggerimento può sembrare scontato, ma non lo è: quando si va in montagna, a fare un’escursione o una passeggiata, bisogna avere un abbigliamento adeguato che lasci poca pelle scoperta. Sì quindi a scarpe chiuse, pantaloni lunghi, indumenti stretti su polsi e caviglie. Indicati sono anche gli indumenti di colore chiaro, perchè così è più facile individuare la zecca.

Molto utile è applicare repellenti sulla pelle scoperta ma anche sui vestiti, anche se ci sono diverse “scuole di pensiero”: chi consiglia di usare il repellente perchè utile e chi ritiene la scarsa efficacia poiché il repellente tende a scivolare via con il sudore ed ha una durata limitata. Per dovere di cronaca, segnalo che esistono anche dei dispositivi antizecca ad ultrasuoni che dovrebbero tenere lontano il parassita: l’efficacia (e la praticità) è però tutta da dimostrare.

Un altro suggerimento che potrebbe sembrare altrettanto scontato è quello di non camminare (o peggio sostare) dove c’è vegetazione folta, prati con erba alta e simili.

E se, nonostante tutto, arrivati a casa ci accorgiamo di avere una zecca? Si legge un po’ ovunque che la zecca va rimossa da personale esperto: sicuramente vero, ma per me Guida GAE, vorrebbe dire fermarmi spesso in Pronto Soccorso, quindi meglio imparare ad estrarre la zecca da solo! La zecca va TASSATIVAMENTE tolta tutta, per evitare che parti della stessa restino dentro la ferita causata dal morso: i residui portano ad un alto rischio di infezione.

Per togliere la zecca si usa una pinzetta sterilizzata o uno stumento di plastica a forma di uncino (che consiglio di tenere sempre nel kit di pronto soccorso che teniamo nello zaino). Bisogna afferrare il corpo della zecca con la pinzetta senza schiacciarla e tirare delicatamente con un movimento rotatorio in senso antiorario e contemporaneamente verso l’alto . Una volta estratta, la zecca va distrutta. Bisogna disinfettare bene l’area del morso; l’area del morso va tenuta controllata per alcuni giorni: se la pelle si arrossa e compare febbre e mal di testa bisogna rivolgersi al medico.

E per finire, tre cose ASSOLUTAMENTE DA NON FARE:

Non provare a strappare la zecca con le dita;

Non applicare sostanze irritanti sulla zecca, come ad esempio alcool o olio o ammoniaca: questo per evitare che la zecca, rigurgitando il sangue, crei un’infezione;

Non schiacciare la zecca mentre è ancora attaccata;