A proposito di…calzature da trekking

Se è vero che dopo un’escursione è quasi d’obbligo avere #PiediStanchieCuoreFelice, è anche vero che i piedi devono essere stanchi ma non massacrati da calzature non adatte all’ attività che si è scelto di fare; peggio ancora non bisogna arrivare a casa con slogature, tendiniti, dolori vari e l’idea che l’escursionismo non faccia proprio per te.

Paragonando le scarpe ai pneumatici dell’auto, anche le scarpe devono poterci garantire sicurezza e prestazione su tutti i tipi di terreno: dal bagnato ai prati, dalla ghiaia al sentiero.

E vi dico subito che le calzature da trekking non devono “essere belle”, “avere il laccio che si intona al maglione”, “sembrare ciabatte”: le calzature da trekking non devono essere alla moda, devono garantire sicurezza. Come dice una mia collega guida “sei su un sentiero, mica alla Coop”.

E allora partiamo subito con la classica domanda che tutte le Guide si sono sentite rivolgere almeno una volta nella vita: “Posso venire con le scarpe da ginnastica?”. Ecco, questa è una domanda che potrebbe trasformare qualunque GAE in un figlio del demonio.

La calzatura per fare trekking è, appunto, solo la scarpa/scarpone da trekking: ma non per una fissa della Guida, ma per una questione di sicurezza. Camminare con calzature adatte evita spiacevoli problemi che, a parte rovinare l’uscita a tutto il gruppo, implica soprattutto la risoluzione del problema, che ovviamente accadrà in un luogo in cui non sarà facile gestire l’emergenza.

Ovviamente, se in montagna ci vai da solo, nessuno ti vieta di camminare con calzature anche inadeguate (anche se il buonsenso dovrebbe dire di no); ma se ti affidi ad una Guida, bisogna rispettare le regole stabilite dalla stessa: e senza calzature da trekking resti al parcheggio!

Modelli in commercio ce n’è sono moltissimi, i principali  sono 3:

  1. Modello ALTO: le più indicate per le escursioni e i trekking. Fasciano piedi e caviglie completamente, sono un ottimo sostegno su tutti i tipi di terreno. Se traspiranti, vanno bene in tutte le stagioni.
  2. Modello MID: calzatura che arriva a metà caviglia (livello malleolo). Ha un livello di sostegno intermedio, adatto per le escursioni facili.
  3. Modello BASSO: da usare solo nei percorsi con difficoltà minime. Generalmente sono calzature leggere e la loro altezza non arriva a coprire la caviglia.

 

Questa è la calzatura ideale, perché ha tutte le caratteristiche di una buona scarpa da trekking.

Suola: per evitare di scivolare, la suola deve essere ben scolpita, flessibile, robusta. Il materiale deve dare quanta più aderenza possibile al suolo, sia sentiero o sia strada. Deve anche garantire la giusta ammortizzazione per evitare danni a piedi e caviglie. Il pattern delle suole può essere di vario tipo: da quelle con anse più profonde (per un’aderenza maggiore), a quelle con alette (per la stabilità).

Protezione: deve coprire il malleolo, e garantire la protezione della caviglia, anche grazie ad una buona imbottitura. Ci proteggeremo contro distorsioni varie. Regola ovvia che non tutti seguono: la scarpa va allacciata ben stretta, fino in cima.

Tallone e punta: devono essere rinforzati. Questo ci permetterà di non farci male se andiamo a sbattere contro un ostacolo.

Dispositivo anti-shock: serve per ammortizzare il carico prolungato che andiamo a fare sulla colonna vertebrale.

Impermeabile/traspirante: non è solo questione di confort! Stare con i piedi bagnati (perché si è dovuto attraversare un torrente o l’erba nel prato era bagnata o, banalmente, piove!) può creare danni. Lo sapevano bene i soldati, nelle trincee, che si ritrovarono i piedi con un’infezione dovuta proprio alla prolungata esposizione al freddo e all’ umidità: in molte regioni, questa affezione si chiama anche “gelone” ed caratterizzata da gonfiore, intorpidimento e dolore.

COMPRARE SENZA PROVARE? MAI!

Non si può comprare una scarpa senza provarla! Anche se l’hai trovata su internet con lo sconto del 80%. Generalmente si acquista in negozio (meglio se specializzato per l’outdoor) e, sfatiamo un mito, la prova non si fa sta stando seduto sul divanetto a guardare il piede. Bisogna alzarsi in piedi, camminare per qualche minuto, magari salire qualche gradino e provare a muovere il piede. In quasi tutti i negozi specializzati c’è un “area test” con ghiaia, sassi, tronchi su cui provare a camminare con le calzature ai piedi. Con questo test si capisce subito se la calzatura è adatta al piede, se non fa muovere le punte dei piedi, se il tallone è fermo: la pianta del piede deve essere ferma ma non compressa e la calzatura deve darci una sensazione di benessere.

SCARPA E SCARPONE SONO LA STESSA COSA?

Altra domanda che tutte le Guide si sono sentite fare almeno una volta. La risposta è ovviamente NO, altrimenti non avrebbero due nomi diversi! La scarpa da trekking è la classica scarpa bassa, quelle che si usano in pianura o su percorsi con minima difficoltà. Sono quelle che la mia collega Guida consiglia giusto per andare alla Coop. Anche le scarpe da trail non sono scarpe da trekking, sono scarpe nate per fare tutt’ altra attività. Quindi, casomai fosse ancora da ripetere, la scarpa ideale è sempre la calzatura da trekking alta alla caviglia, in buono stato, con la suola possibilmente non usurata (o peggio ancora, liscia),  ed impermeabile.

E PER PULIRE LA CALZATURA?

Bisogna sempre pulire le calzature, rimuovendo lacci e plantari (per farli asciugare se bagnati). Togliere fango e sporcizia varia usando acqua fredda ed una spazzola con setole non troppo dure ed una spugna morbida. Gli scarponi vanno sempre fatti asciugare in una zona fresca e ventilata, lontano da fonti di calore (non si mettono vicino a termosifoni, radiatori, camini, stufe elettrice, etc): questo per evitare di danneggiare i materiali esterni e rischiare che la suola si stacchi. Se si vogliono far asciugare più in fretta, basta inserire all’ interno, dei fogli di giornale che assorbe l’umidità.

E per finire, una riflessione da Guida: se decidi di affidarti ad una Guida, prova anche ad ascoltare i suoi consigli. Una Guida, per mestiere o per passione, vuole farti passare una bella giornata in natura, non farti alzare presto al mattino per poi lasciarti al parcheggio perché ti sei presentato con stivaletti tacco 3 (nonostante la scheda sul sito, i messaggi inviati e certe volte anche telefonate). Soprattutto vuole garantire la tua sicurezza e quella del gruppo e farti arrivare a sera con #PiediStanchieCuoreFelice.

Testo e foto Fabrizio Borgognoni

Agosto 2023